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Evangelii Gaudium (la gioia del Vangelo) di papa Francesco è un documento da non perdere, perché presenta il programma del pontificato, ma soprattutto perché guarda al futuro della Chiesa Cattolica

L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (la gioia del Vangelo) di papa Francesco è un documento da non perdere, perché è definito programmatico dal santo padre e perché di fatto guarda al futuro dei prossimi secoli per la chiesa cattolica romana (Cap. 1: La trasformazione missionaria della chiesa).
«Per essere evangelizzatori autentici occorre anche sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente, fino al punto di scoprire che ciò diventa fonte di una gioia suprema. La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo» (EG 268)
L’esortazione è rivolta ai cristiani, ma non agli uomini di buona volontà, non per escluderli, ma perché è centrata sull’opera evangalizzatrice del popolo di Dio in cammino nella storia dell’umanità.
La categoria di popolo attraversa tutto il documento, come antidoto all’individualismo postmoderno che è funzionale al capitalismo finanziario e consumistico, ma non ai legami sociali e alla solidarietà e alla pace tra le persone e i popoli.
«La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento» (n. 1). Per papa Francesco questa è la fonte a cui attingere per annunciare ciò che si è ricevuto. Solo annunciando Gesù Cristo si approfondisce la relazione con lui (nn. 264-267) e si diventa dei veri evangelizzatori.
La sfida alla chiesa nel tempo della globalizzazione richiede un nuovo coinvolgimento nell’evangelizzazione, non solo i sacerdoti, ma anche e soprattutto ogni singolo credente che vive il piacere spirituale di sentirsi parte di un popolo (nn. 268-274) e che ha il compito di testimoniare che Gesù è il salvatore della vita di ciascuno e di tutta la storia.
Dopo secoli di delega ai sacerdoti, tutti siamo chiamati in causa per annunciare il vangelo secondo il medesimo Spirito (nn. 275-280) che ha abitato in Gesù e che ci conduce al sensus fidei, quel sentire del popolo che riconosce la verità della fede comune, secondo la gerarchia della fede: Dio ci ha salvati perché ci ama, per questo possiamo riconoscere il nostro peccato fiduciosi dell’amore di Dio e testimoniare l’amicizia di Dio per ogni uomo nella nostra vita quotidiana, facendoci amici di tutti coloro che incontriamo quotidianamente. Prima l’amore di Dio e poi la morale.
Questa è l’evangelizzazione che ha bisogno della preghiera di intercessione (nn. 281-283) per chiedere al Signore la conversione del cuore dal peccato che ci impedisce di amare, preghiera per i fratelli che ci mette in comunione con loro nell’amore avvolgente del Signore che dà vita nelle vicende misteriose del bene e del male che sono la storia dell’umanità.
Papa Francesco è consapevole che non basta un documento per convertire i cuori dei credenti, ma ci invita a meditare nella preghiera queste sue parole perché insieme, come popolo di Dio in cammino, possiamo seguire lo Spirito che ci precede e ci apre un cammino nuovo nella storia degli uomini e delle donne per realizzare l’inclusione sociale dei poveri (nn. 186-216) e la pace (nn. 217-237) tramite il dialogo (nn. 238-258).
Dedichiamo davvero un po’ del nostro tempo prezioso a queste parole che ci possono convertire il cuore (cfr. Tentazioni degli operatori pastorali nn. 76-109) e possono aiutarci a diventare autentici evangelizzatori, se ci interessa…

Citazioni

“Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo ed avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quanod la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente” (EG 2).

“Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché “nessuno è esluso dalla gioia portata dal Signore” (Paolo VI, Gaudete in Domino, 22)”. (EG 3)”Il kerygma possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri. Il contentuo del primo annuncio ha un’immediata ripercussione morale il cui centro è la carità” (EG 177).

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