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Il libro, dando voce alle persone che stanno promuovendo l’esperienza di NeXt, presenta le idee per creare una nuova economia che stanno alla base della nascita di questa proposta innovativa. NeXt vuole mettere in rete i cittadini facendoli diventare consum-attori. Vuole contrastare la scala di valori imposta dal mercato riduzionista che premia esclusivamente il consumo di beni senza preoccuparsi delle possibili conseguenze

Leonardo Becchetti in questo libro – curato da Franco Menaglia con i contributi di Valentino Bobbio, Giovanni Battista Costa e Walter Ganapini, fondatori insieme a lui dell’esperienza di NeXt – racconta le idee e le azioni che possono rendere nuova e diversa la nostra economia.

Becchetti in modo chiaro e inconfutabile mostra come la necessità di una nuova economia sia resa evidente dalla crisi che da molti anni attanaglia il mondo occidentale, ed in particolare l’Europa e l’Italia. Sostine infatti, utilizzando l’efficace metafora dell’Idra di Lerna, che per uccidere questa mostruosa crisi non dobbiamo affrontare un solo aspetto di essa, tagliare una sola testa, perché il rischio è che le altre teste si ingigantiscano. Le quattro teste della crisila povertà e la disoccupazione, il dissesto ambientale, la crisi finanziaria e l’infelicità dell’essere umano – vanno affrontate tutte insieme. “Se pensiamo di risolvere un problema per volta, senza curarci degli altri tre, non ne verremo mai fuori” (p. 37).

Non si tratta tanto di trovare nuove soluzioni per risolvere la crisi. Il problema è come riuscire a riequilibrare l’assetto dei poteri impedendo ad una minoranza di utilizzare strumenti e metodi già esistenti “soltanto a proprio vantaggio e non nell’interesse dell’intera comunità” (p. 51).

I fattori che stanno alimentando la crisi, che Becchetti chiama opportunamente riduzionismi, e che vanno contrastati con forza, sono tre: il riduzionismo antropologico “che costringe l’essere umano nel modello angusto dell’homo oeconomicus, sottostimando l’etica delle persone”, quello dell’impresa “che porta arbitrariamente a massimizzare soltanto i ritorni economici dell’azionista”, e quello del Pil “che misura il valore di un paese senza tenere conto dell’insieme dei beni ambientali, culturali e spirituali che esprime”. Il problema principale che deve essere affrontato è quindi soprattutto culturale: “come diffondere un’altra chiave di lettura delle teorie economiche” (pp. 55-56).

Per abbattere l’Idra, il mostro della crisi, bisogna decidere di superare una visione economica a due tempi che si fonda sulla massima: ‘io creo valore non importa come’. Ma questo tipo di economia produce eternalità negative di tipo ambientale e sociale” (p. 68).

Il sistema riduzionista che pretende il massimo dell’etica dalle istituzioni e non chiede nulla a cittadini e imprese non può più funzionare. Non deve essere solo la politica a stabilire cosa sia giusto o sbagliato, cosa faccia bene o male ad una società. Sono le persone stesse che vivono nella società a doverlo fare. Nel mercato tradizionali il cittadino è soprattutto consumatore. Ma se i cittadini scelgono di fare policy, allora si trasformano in consum-attori, votando le imprese di beni e servizi – non solo i membri del Parlamento – ossia acquistando da quelle che rispettano l’ambiente ed i diritti sociali e del lavoro.

La grande intuizione e sfida di Next, come indicato nel Manifesto per una nuova economia, è proprio questa: formare e mettere in rete i consum-attori affinché siano capaci di premiare le aziende socialmente e ambientalmente sostenibili perché va nel loro stesso interesse. “Questo progetto infatti – osserva Becchetti – sarebbe destinato al fallimento se si basasse solo sull’altruismo di chi deve acquistare un bene o un servizio, se invece si fa intravedere che in questo comportamento etico c’è anche un interesse diretto la platea si allarga” (p. 67).

Next è una proposta di pensiero ed azione che intende mobilitare e connettere i cittadini (troppo spesso isolati) – utilizzando ad esempio lo strumento dei Mob etici – rendendoli maggiormente responsabili delle loro azioni, a partire dal consumo. Next vuole promuovere un modello economico più inclusivo, giusto e attento alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente. Indignati per le ingiustizie economiche e sociali, per la competizione esasperata che schiaccia la dignità delle persone e dei lavoratori, per il rapido degrado ambientale, per la perdita di capitale relazionale, motivazionale e di creatività, per l’infelicità diffusa, i soci di NeXt – provenienti da culture e sensibilità diverse – si sono uniti spinti dal desiderio e dalla volontà di cambiare la logica di puro profitto prevalente nell’attuale economia.

In sintesi in questo libro – dando voce alle persone che hanno promosso e stanno portando avanti questa iniziativa – vengono presentate le idee per creare una nuova economia e la proposta originale ed innovativa di NeXt, la sua progettualità che può essere una chiave di speranza per tutti coloro che vogliono diventare protagonisti di un futuro sostenibile che ponga al centro il bene di tutti e di ciascuno.

Citazioni
“La missione della nuova economia – economia civile – per tutti è quindi quella di far capire che questi riduzionismi [antropologico, dell’impresa e del PIL] debbano essere assolutamente abbattuti, e tutti insieme, se si vuole riuscire a risolvere i problemi” (Becchetti, p. 55).

“L’approccio di NeXt vuole quindi contrastare la scala di valori imposta dal mercato riduzionista che premia esclusivamente il consumo di beni senza preoccuparsi delle possibili conseguenze” (Becchetti, p. 114).

“In questa ottica, NeXt ha cercato di comprendere quale potesse essere la nuova economia, un economia per l’uomo. (…)
Per tradurre però un’utopia in una progettualità e azione erano necessari tre requisiti: stabilire obiettivi precisi, prefissare le priorità degli interventi e soprattutto dotarsi di strumenti.
L’obiettivo è quello già dichiarato: far evolvere l’economia verso una situazione in cui tutti i soggetti economici, inclusi gli Stati, di comportino in modo sostenibile” (Menaglia, p. 21).

“La sfida è quindi quella di trovare soluzioni che prescindano da valori etici troppo elevati, ma al tempo stesso è fondamentale stimolare la produzione di virtù civiche, altrimenti l’economia non può funzionare. Senza capitale sociale, senza fiducia, senza attendibilità, i rapporti tra le persone, le imprese e gli Stati si atrofizzano e l’economia non decolla” (Becchetti p. 67).

“I cittadini possono contrastare le imprese non sostenibili non comprando da loro, non sottoscrivendo le loro azioni o i loro prestiti obbligazionari, ma possono invece premiare con il loro denaro, con la capacità di acquisto e di risparmio le imprese impegnate in un percorso di sostenibilità. Noi siamo il mercato!” (Bobbio, p. 11).

“Il voto con il portafoglio rappresenta soprattutto una forma di concretezza e di progettualità, e che non ha nulla a che vedere con le tante proclamazioni ideali che poi non si incarnano nella realtà. Solamente quando gli ideali scendono in campo e si trasformano in gesti di consumo e di risparmio le cose possono effettivamente cambiare, anche perché oggi tutto si decide sui mercati” (Becchetti, p. 117).

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