Voglio parlarvi del rifiuto netto del pensiero scientifico da parte della teoria del gender…

L’orrore provocato dal pensiero dell’educazione sessuale imposta ai bambini dell’asilo con supposti educatori che incitano i bambini a toccarsi tra di loro è la conseguenza che più temo dell’odierna infatuazione per la teoria del gender non solo per il dolore provocato nell’immediato ma per le possibili tragedie future per i ragazzi che vengono messi così a disposizione dei pedofili. Chi poi è padre e ha visto con i propri occhi il sorgere della consapevolezza di sé nei propri figli accompagnato e promosso dal pudore per la sfera intima sente come una ferita nel cuore certe proposte.

Però qui non vi voglio parlare di questo, sarei troppo avvelenato e di conseguenza amaro, meglio parlarvi del rifiuto netto del pensiero scientifico da parte della teoria del gender. E’ un aspetto che vale la pena sottolineare per essere pronti a difendersi (e a non farsi definire ‘i soliti bigotti’). Alla base di questa teoria è l’assioma che il sesso sia una faccenda di biologia ma e che invece il genere (gender, sentirsi uomo o donna) sia una libera scelta di ogni individuo che egli deve sviluppare senza alcuna coercizione ‘esterna’ come invece è accaduto finora.

E’ il noiosissimo risorgere della antichissima eresia gnostica che considera la natura intrinsecamente malevola e dalle cui pastoie bisogna liberarsi. Ecco quindi che l’infinità di studi scientifici che dimostrano un netto dimorfismo sessuale nella specie umana che influenza tutti i livelli organizzativi dell’organismo dai cromosomi fino agli organi e al comportamento sono semplicemente considerati ‘non pertinenti’ da chi rifiuta con sdegno il semplice fatto che gli esseri umani siano parte della natura.

L’uomo che si erge a divinità di sé stesso non può accettare la semplice verità che la scienza gli mette davanti: che esiste un ‘dato di natura’ delle armonie che sono lì, indipendenti dalla nostra volontà (non a caso in un mio precedente articolo paragonavo i sostenitori della teoria del gender a chi lottasse per un referendum sulla legge di gravità).

Sostenere il carattere artificiale delle differenze sessuali (non intendo chiaramente queste differenze in termini di gusti erotici, questa è una sfera particolare ben lungi dall’esaurire lo spettro del comportamento, e questo appiattimento dell’umano al solo erotismo è un altro degli aspetti più coercitivi del pensiero gender) è veramente assurdo: tutti noi siamo stati consapevoli sin da piccoli dei diversi modi di comportarsi, scherzare, ridere, ragionare di maschi e femmine e ne abbiamo sempre tratto motivo di interesse.

Insomma, la smania di azzerare le differenze è qualcosa che accomuna tutti i pensieri totalitari e il ‘gender’ non fa eccezione. In questo strano tempo in cui bisogna affermare l’ovvio, qualche benemerito, in Norvegia un paese unanimemente considerato all’avanguardia nel fornire identiche opportunità ai generi, si è preso la briga di andare a controllare operativamente la fondatezza della teoria. Gli autori di tale ricerca hanno ottenuto risultati strepitosi nella loro disarmante ovvietà che hanno indotto il governo norvegese a tagliare molti fondi a gruppi universitari impegnati in ‘gender studies’.

Nel filmato che riporta i risultati vedrete squadre di costruttori formate da soli maschi e assistenti ai nidi d’infanzia in gruppi di sole donne, vi scongiuro cari lettori di gustarvelo con calma. E’ un po’ lungo lo so, ma rinfranca il cuore, fa vedere come scienza e senso comune siano dallo stesso lato e che, insieme alla cultura cattolica che è sempre stata dalla parte del realismo (anche se molti di noi se ne erano un pochino scordati) insieme combattano la battaglia epocale che il grande GK Chesterton aveva previsto nel 1906: “Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto eppure hanno creduto”.

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