|

Il sistema di istruzione e formazione professionale rappresenta una risorsa strategica per combattere gli abbandoni scolastici, per aiutare i giovani ad entrare nel mercato del lavoro. Per dare loro un futuro.

L’appello “perché nessuno si perda”, lanciato nel mese di ottobre da ACLI, CDO e Salesiani, non riguarda un’occasionale criticità sociale, ma emergenze strutturali gravide di drammatiche conseguenze per il futuro. Per questo si tratta di un forte atto politico, nel contempo denuncia, proposta ed espressione, anche orgogliosa, della progettualità strategica dei sistemi formativi di queste organizzazioni.

L’emergenza più evidente è quella dei 3 milioni di giovani dai 16 ai 35 anni disoccupati o sfiduciati e rassegnati all’inattività. E chi lavora si trova spesso in occupazioni precarie, mal pagate e dequalificanti. E’ una inedita frattura sociale e del mercato del lavoro che mette in discussione la stessa idea di lavoro professionale, ricco di saperi, fonte d’identità e di autonomia, produttore di bene comune e di coesione sociale, vettore di sistemi universalistici di protezione sociale e di cittadinanza. La crisi del lavoro si accompagna alla seconda emergenza, quella formativa, della quale le manifestazioni più evidenti sono il permanere di alti livelli di abbandono scolastico, soprattutto nel sud e l’insufficienza grave di competenze di base – quelle per lavorare e per partecipare alla vita sociale – della popolazione attiva.

Oltre a ricordarci questi dati negativi, la recente indagine PIACC-OCSE ha evidenziato anche che i più alti livelli di competenze della popolazione attiva si accompagnano solitamente a un peso rilevante della formazione professionale nel ciclo secondario superiore, nell’istruzione superiore e nella formazione continua. E’ evidente che il grado di orientamento al lavoro – esteso a tutto il sistema dell’istruzione e inteso come pratica professionale di valore culturale e sociale per tutti i mestieri e, quindi, luogo di esercizio e di sviluppo di sapere e di cittadinanza oltre che di economia sana – contribuisce a fare la differenza anche in termini di competenze personali, sociali e culturali.

“Perché nessuno si perda” è necessario un forte sistema di formazione professionale, forte in tutte le Regioni. Bisogna salvare il sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), non cedendo alla tentazione di esaurirlo in una burocratica estensione dell’azione degli Istituti Professionali di Stato. Ciò significa anzitutto riconoscere e consolidare come parte essenziale di un sistema nazionale e decentrato la formazione professionale regionale, che, dove gode di condizioni operative favorevoli, dà risultati eccellenti in termini sia educativi che occupazionali. In secondo luogo bisogna riqualificare, nell’ottica di un sistema integrato di formazione professionale, gli Istituti Professionali di Stato. Infine bisogna innalzare i livelli di qualificazione dell’IeFP, avendo come traguardo, non obbligato ma aperto a tutti i giovani dell’IeFP, l’Istruzione Tecnica Superiore, un’offerta formativa, oggi di nicchia, da ampliare.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

FACEBOOK

© 2008 - 2024 | Bene Comune - Logo | Powered by MEDIAERA

Log in with your credentials

Forgot your details?