Gli hipsters amano tutto ciò che è vecchiotto e odiano tutto ciò che è recente, ascoltano su dischi in vinile jazz anni 50-60…

Una delle tante grazie che si hanno ad avere delle figlie giovani è che si viene a conoscenza di piccoli ma istruttivi eventi di costume altrimenti preclusi a chi, come me, ha ormai superato da tempo i cinquanta.

Vi siete ad esempio mai chiesti chi sono quei ragazzi con lunghe barbe da profeta, occhiali tondi, giacche da esistenzialista e sguardo serio (la tenuta delle ragazze è molto simile tranne che per la barba) che ogni tanto incontrate per strada o sui mezzi pubblici? Sono gli hipsters (un termine mutuato dalla letteratura on-the-road americana degli anni cinquanta) e sono l’avanguardia ‘intellettuale’ delle mode giovanili…l’estensore di queste note, se avesse avuto trentacinque anni di meno, sarebbe stato probabilmente uno di loro.

Gli hipsters amano tutto ciò che è vecchiotto e odiano tutto ciò che è recente, ascoltano su dischi in vinile jazz anni 50-60, aborrono il kindle e il tablet, vanno in giro su vecchie biciclette con cambio Campagnolo sul telaio e si riuniscono in fumosi locali pieni di vecchi flipper, biliardini e antichi cartelloni pubblicitari del Campari a parlare di filosofia e bere cocktail ….osservano con sufficienza chi smanetta compulsivamente sullo smartphone e usano i social network non per postare selfie ma per scrivere oscuri testi psicologico-spirituali. Sono (visivamente almeno) simili ai modaioli medio-alto borghesi della generazione del dopoguerra, ai loro nonni insomma.

E’ una strana ribellione, certamente superficiale ma interessante, verso i loro genitori che non vedono l’ora di sfoggiare l’ultimo modello di smartphone e sempre connessi al loro gruppo Facebook o Twitter…

Sicuramente si tratta di una tendenza iper-metropolitana e di nicchia ma è, a mio avviso, un segnale culturale potenzialmente dirompente. Oscuramente questi ragazzi cercano di ‘recuperare il filo’ esattamente dove si è perso, a livello dell’ultima generazione in cui ciascuno faceva il suo mestiere: i padri facevano i padri, amavano le loro madri e i figli potevano sanamente fare i loro esperimenti sapendo di avere una rete di protezione. Quei bamboccioni sciagurati dei loro genitori che a cinquanta e più anni parlano ancora di ‘ritrovare sé stessi’ e inseguono una falsa modernità fatta di gadget elettronici, personal trainer e chirurgia estetica non sono visti bene da questa comunità.

La cosa affascinante è che da qui sembra formarsi il bozzolo di una nuova consapevolezza sui valori fondamentali; a chi ha stomaco forte e dimestichezza con un certo santo cinismo romano consiglio la visione di una piccola ma preziosa opera proveniente da quel mondo.

Poi, se volete, fatemi sapere….

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