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Il 18 novembre Save the Children ha presentato «L’isola dei tesori. Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia»: un nuovo sito che mostra i dati per città e provincia della condizione minorile nel Paese.

In Italia, i minori di diciotto anni sono più di dieci milioni e poco più della metà non ha compiuto dieci anni. La maggior parte degli under 18 vive nelle grandi aree urbane e nelle province del sud: a Roma risiedono 697.387 minori, a Napoli 670.957, a Milano 636.610 e a Torino 351.566; mentre le province più giovani (con le percentuali più elevate di minori) sono Napoli, con quasi il 22% di minori sul totale della sua popolazione, e Caserta (21,3%), seguite da Caltanissetta, Crotone e Catania (tutte oltre il 20%). Tra le province del Nord, l’unica eccezione è rappresentata da Bolzano, con il 20% di minori sul totale dei suoi abitanti.
Il primato negativo, spetta invece alla provincia di Ferrara, che ha la quota percentuale più bassa di bambini (12,6%); seguono Trieste, Savona e Alessandria, dove l’incidenza dei minori si attesta al 13,5%.
Una quota significativa degli under 18 residenti in Italia è costituita dai minori di cittadinanza straniera, che nel 2009 hanno sfiorato il milione di individui (932 mila): in meno di dieci anni, anche grazie alla politica sui ricongiungimenti familiari, il loro numero è più che triplicato (nel 2001 erano 160 mila).
La maggior parte di essi (572 mila, pari al 13,5% di tutti gli stranieri residenti) sono bambini nati in Italia da genitori immigrati. Come si sottolinea nel rapporto, questo significa che “circa 6 minori “stranieri” su 10 non sono immigrati, ma sono a tutti gli effetti biograficamente, culturalmente e linguisticamente nuovi italiani”.
Il capoluogo di provincia con la più alta percentuale di minori stranieri di seconda generazione sul totale della sua popolazione straniera è Prato (19,7), ma percentuali significative si registrano anche a Mantova (17,2%), Cremona (17%), Brescia e Reggio Emilia (16,9%); nel Sud a Trapani (14,2%) e Palermo (12,7%).
Oltre a fornire una mappa dei minori che vivono nel nostro Paese, il rapporto evidenzia anche alcune fragilità nel sistema dei servizi all’infanzia. Troppe città italiane non sono a misura di bambino: le aree verdi sono poche (e ancora meno gli spazi attrezzati per l’infanzia), mentre la qualità dell’aria è tra le peggiori d’Europa. La città con la minor dotazione di verde urbano è Taranto, dove ogni bimbo ha a disposizione come verde uno spazio equivalente a una foglia d’insalata (0,2 metri quadri). Non va meglio ai bambini che vivono a Imperia, Savona, Lecco, Ascoli Piceno, Chieti, Crotone e Olbia dove la dotazione di spazio verde non raggiunge i 5 mq.
Ma il dato più preoccupante è rappresentato dal numero di minori in condizioni di povertà o a rischio di povertà. Infatti, la povertà minorile in Italia presenta valori tra i più alti d’Europa: in base all’ultima rilevazione Eurostat (2008), un minore su quattro sarebbe a rischio povertà. Le cause di questa indigenza possono essere molteplici: la composizione delle famiglie nelle quali vivono i minori (il rischio è maggiore nel caso delle famiglie numerose o monoparentali), la condizione lavorativa dei genitori, la carenza dei servizi per la prima infanzia (in primis asili nido e scuola materna).
L’Istat stima che vivono in condizioni di povertà relativa ben 1.756.000 minori, di cui la maggioranza (1.179.000) risiede nelle regioni del Sud.
Versano, invece in condizioni di povertà assoluta 649 mila minori, le cui famiglie non sono in grado di garantire l’acquisto di “beni essenziali per il conseguimento di uno standard di vita minimamente accettabile”. Di nuovo, le sacche di maggiore povertà si trovano al Sud (410 mila minori). In base ai dati Istat del 2009, il 39% delle famiglie con un minore non si è potuta permettere una settimana di ferie, il 35,4% non è stata in grado di sostenere spese impreviste di 750 euro, il 21,7% non ha avuto soldi per vestiti necessari, il 10,1% ha dovuto rinunciare alle spese mediche e il 5% non ha potuto acquistare generi alimentari.
Stando a questi dati, è evidente che per molte famiglie i figli sono diventati un lusso. Paradossalmente questo avviene in un paese con un altissimo indice di vecchia: mediamente, in Italia, si hanno 160 individui sopra i 65 anni ogni 100 sotto i 15 (Istat 2009).
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