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È stato recentemente pubblicato negli Stati Uniti un sondaggio secondo il quale una buona parte dei testi delle canzoni in classifica su Billboard (un settimanale specializzato noto a livello internazionale) farebbero “espliciti riferimenti all’uso di sostanze stupefacenti”.

La ricerca segnala come i giovani adolescenti siano esposti a quasi 2 ore e mezzo di musica al giorno, grazie anche all’utilizzo di iPod ed mp3. Lo studio va oltre, abbinando anche differenti generi musicali a differenti tipi di droghe e, soprattutto, segnalando come nei testi si associno droghe e vita di successo. I ricercatori ammettono però che alcuni generi musicali, come il country, inneggiano più all’alcool che alle droghe e, soprattutto, non danno conclusioni lasciando aperto l’interrogativo se i giovani teenager americano si diano all’ecstasy per un brano di Eminem oppure se ascoltino certa musica semplicemente perché parla del loro quotidiano, limitandosi quindi a prender atto e raccontare realtà e stili di vita ormai consolidati.
Interrogativo più che mai aperto, ma non certo attualissimo. Chi non ricorda “Brown sugar” dei Rolling Stones o “Cocaine” (quale titolo più esplicito?) di Eric Clapton? Sono brani di quasi 40 fa: potremmo con certezza affermare che hanno contribuito all’assunzione di sostanze stupefacenti da parte di coloro che oggi hanno 50, 60 anni?
Forse –ora assai più di allora- certi testi sono frutto di gigantesche operazioni di marketing: nascono dal desiderio di stupire, di distinguersi tra i mille autori e interpeti, di far parlare di se. Anche se i ragazzi che ho interpellato dicono che “si, qualche rischio ci può essere. Ma più associato a chi ascolta un certo genere di musica che a ciò che quel genere afferma”.
Quindi , senza voler giungere a conclusioni affrettate, probabilmente la verità sta nel mezzo: il rischio esiste, sicuramente. Ma l’attenzione maggiore va posta a quelle 2 ore e mezzo di ascolto medio con iPod ed Mp3: sono mezzi che, annullando quasi totalmente un senso – l’udito – isolano dal mondo circostante. Va fatta recuperare da parte dei giovani la voglia di stare insieme, di condividere azioni ed emozioni, e da parte dei genitori la fatica di non abbandonare i figli adolescenti a se stessi, chiusi nelle loro stanze davanti a un pc con gli auricolari nelle orecchie e la musica (di qualsiasi genere essa sia) a tutto volume. Ne trarranno vantaggio le loro menti ed i loro corpi.
 
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