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Il 2007 è stato un anno di buone notizie dall’Europa. Dopo molti anni di silenzio, si è avviato un rilancio di attenzione da parte di tutte le principali istituzioni dell’Unione al tema della famiglia, per farsi carico della sfida demografica che attraversa l’Europa e corrispondere alle attese egli Europei che, secondo l’Eurobarometro, per il 97% considerano la famiglia come il secondo elemento più importante della propria vita dopo la salute.

Il Consiglio europeo ha raccolto la proposta della Presidenza tedesca dell’UE di una Alleanza europea per la famiglia. La Commissione europea ha predisposto una concreta agenda operativa per darle corpo, con una importante Comunicazione dello scorso mese di maggio interamente dedicata alle politiche famigliari. Il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) ha infine approvato lo scorso 13 dicembre un parere che invita l’Unione europea a riconoscere il contributo di straordinaria rilevanza che le famiglie continuano a garantire alle nostre società e alla concreta cura delle persone in ogni età della vita, rappresentando così una dimensione strutturale e fondante delle persone, originaria e generativa del legame sociale. Il parere enuncia una vasta gamma di proposte a livello europeo per rendere sempre più strutturale il sostegno alle famiglie, quale via per consentire a ciascuno di realizzare i propri progetti familiari e di avere il numero desiderato dei figli, rinnovando così in modo sostanziale la solidarietà generazionale in tutta Europa, chiave del modello sociale europeo. 
 
Pur nella loro forte varietà e differenziazione, le politiche di sostegno alla famiglia nei paesi dell’UE si sviluppano oggi attraverso tre dimensioni principali che riguardano la compensazione delle spese familiari, il sostegno ai genitori e alle persone non autosufficienti, la conciliazione tra attività professionale e attività familiare. Accanto a questi interventi, la Commissione, attraverso l’ Alleanza europea per le famiglie, ha voluto creare un veicolo di opinioni ed esperienze sulle azioni favorevoli per le famiglie e di buone pratiche tra gli Stati membri.
Si tratta chiaramente di timide aperture verso le nuove istanze sociali che si stanno profilando, ma che comunque, ammonisce il CESE, devono essere progressivamente rafforzate ed estese affinché questa nuova linea di lavoro non venga marginalizzata. A questo proposito, sempre il CESE, richiama ad una maggiore attenzione sia verso il ruolo delle politiche fiscali, affinché non abbiano un impatto negativo sulle famiglie, sia verso le azioni di sostegno alla terza età, tenuto conto che esiste oggi un lasso di tempo sempre più significativo tra il momento del pensionamento e le situazioni di non autosufficienza. Viene altresì ribadita l’importanza di nuove e più approfondite riflessioni sui costi della povertà infantile, sulle politiche della casa e sulla situazione delle persone disabili o in condizione di grande dipendenza.
 
Luca Jahier
Vicepresident Group III
& member of EESC Bureau
European Economic and Social Committee
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