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Come Fap Acli crediamo che gli anziani deboli, non per ciò riguarda la salute, ma perché soli, vadano inseriti in un circuito di aggregazione sociale, promuovendo percorsi di riattivazione che putino sulla partecipazione alla vita sociale. Qui si gioca il ruolo aggregativo e di cura delle relazioni, della vita buona che la Fap, svolge da anni e che è chiamata a svolgere con rinnovato impegno.

I notevoli progressi della sopravvivenza e la contestuale riduzione della fecondità hanno rivoluzionato la struttura demografica della popolazione italiana, posizionando il nostro Paese tra i primi al mondo per invecchiamento della popolazione. In ambito europeo l’Italia ha il più elevato indice di dipendenza (rapporto tra la popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva), con una quota molto bassa di giovani e una quota di anziani tra le più elevate.

Le previsioni Istat sul futuro demografico del paese ci dicono che l’aspettativa di vita aumenterà ancora. “La sopravvivenza è prevista in aumento. Entro il 2065 la vita media crescerebbe fino a 86,1 anni e fino a 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,1 e 84,6 anni nel 2015”.

Di fronte all’attuale situazione della popolazione anziana italiana e guardando alle previsioni future, va messa in evidenza una duplice e per certi aspetti opposta connotazione della condizione degli anziani: da un lato, gli anziani sono di fatto un soggetto debole, ma dall’altro sono una grande risorsa della società.

La prima connotazione, l’anziano soggetto debole, di cui si parla diffusamente, è quella legata alla condizione di non autosufficienza, destinata a caratterizzare in modo sempre più rilevante la popolazione anziana. In questa sede non affronto questo tema che la Federazione Anziani e Pensionati delle Acli (Fap Acli) segue però con grande interesse anche sul piano della proposta politica.

La seconda, l’anziano come risorsa, ancora poco indagata, viene riferita spesso al prolungamento della vita lavorativa e al tema dell’invecchiamento attivo più in generale. Va messo in evidenza però come molti anziani in salute, intenzionati a dare un contributo nella società, siano spesso limitati nelle loro possibilità da uno scarso accesso alle risorse, da un reddito insoddisfacente e da altri fattori di natura normativa o istituzionale che incidono su situazioni soggettive anche molto diversificate.

Come Fap Acli crediamo che gli anziani deboli, non per ciò riguarda la salute, ma perché soli, vadano inseriti in un circuito di aggregazione sociale, promuovendo percorsi di riattivazione che putino sulla partecipazione alla vita sociale. Qui si gioca il ruolo aggregativo e di cura delle relazioni, della vita buona che la Fap, svolge da anni e che è chiamata a svolgere con rinnovato impegno.

La Fap si impegna, da diverso tempo, per la promozione della libera iniziativa degli anziani attraverso forme di autorganizzazione associative, di sviluppo di iniziative sociali, sportive, culturali, dedicando un’attenzione specifica al tema dell’invecchiamento attivo e alla costruzione di nuovi legami intergenerazionali.

In questo ambito la Fap può assumere un ruolo di primo piano in ambito associativo, può diventare una palestra di un rinnovato modo di vivere le relazioni tra generazioni a partire dalla sperimentazione di esperienze in cui gli anziani mettono a disposizione dei più giovani le loro competenze professionali, il loro saper fare, il loro mestiere. Ma anche il loro saper essere, riscoprendo il valore del racconto di una storia che li ha visti protagonisti. La memoria di cui è depositaria la popolazione anziana va considerata come una grande risorsa da consegnare alle nuove generazioni.

L’azione di promozione dell’invecchiamento attivo

La Fap Acli è parte del nucleo fondativo di HappyAgeing, l’alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere in Italia politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione Europea. L’obiettivo dell’alleanza italiana per l’healty ageing è quello di sviluppare e condividere le più innovative soluzioni organizzative, sociali, politiche, culturali e scientifiche per favorire una vita in salute, anche dopo i 65 anni. Come noto l’alleanza coinvolge le principali forze civiche, oltre che scientifiche del Paese, interessate alla salute dell’anziano, cercando di sviluppare una sensibilità diffusa nel mondo istituzionale e politico sulle problematiche e le opportunità dell’Healthy Ageing.

La Fap aderisce inoltre ad Age Platform Europe, la rete europea di organizzazioni non-profit di e per le persone di età over 50 che si propone di dar voce e promuovere gli interessi dei 190 milioni di cittadini di età over 50 nell’Unione europea e per aumentare la consapevolezza sulle questioni che li riguardano. Il lavoro si concentra su una vasta gamma di settori e temi che hanno un impatto sulle persone anziane e sui pensionati: l’anti-discriminazione, l’occupazione dei lavoratori anziani e l’invecchiamento attivo, la protezione sociale, la riforma delle pensioni, l’inclusione sociale, la salute, sugli anziani, la solidarietà tra le generazioni, la ricerca, l’accessibilità dei trasporti pubblici e delle nuove tecnologie.

Concludo con un proverbio africano che riassume molto bene il senso del discorso che ho cercato di sviluppare: “Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada”. Gli anziani oggi, più di ieri, sono una risorsa preziosa per il nostro Paese che può aiutare i bambini e i giovani a percorrere la loro strada. Gli anziani possono essere quindi dei compagni di viaggio utili alle nuove generazioni perché capaci di indicare la strada per costruire un futuro diverso dove però i protagonisti siano i giovani.

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