Il collegio cardinalizio si arricchirà di nuovi sei rappresentanti della Chiesa universale che riceveranno la berretta il prossimo 24 novembre e tra loro questa volta non ci sarà alcun europeo.
rnL’annuncio del nuovo concistoro è stato dato questa mattina da papa Benedetto XVI al termine dell’udienza generale del mercoledì.

 "Ed ora, con grande gioia, annuncio che il prossimo 24 novembre terrò un concistoro nel quale nominerò sei nuovi membri del Collegio cardinalizio – ha detto il papa -. I cardinali hanno il compito di aiutare il successore di Pietro nello svolgimento del suo ministero, di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e fondamento dell’unità e della comunione della Chiesa".
Tra i nuovi cardinali nessun italiano o europeo: una scelta dettata dalla volontà di Benedetto XVI di garantire un equilibrio mondiale nella rappresentanza cardinalizia, aprendo questa volta le porte a porporati africani, latinoamericani e asiatici.
Questi i nomi dei sei nuovi cardinali: Mons. JAMES MICHAEL HARVEY, Prefetto della Casa Pontificia, che verrà nominato – come annunciato dal papa – arciprete della Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura; Sua Beatitudine BÉCHARA BOUTROS RAÏ, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano); Sua Beatitudine BASELIOS CLEEMIS THOTTUNKAL, Arcivescovo maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India); Mons. JOHN OLORUNFEMI ONAIYEKAN, Arcivescovo di Abuja (Nigeria); Mons. RUBÉN SALAZAR GÓMEZ, Arcivescovo di Bogotá (Colombia) e Mons. LUIS ANTONIO TAGLE, Arcivescovo di Manila (Filippine).
Attualmente nel collegio cardinalizio sono rappresentati i cinque continenti con sessantasei Paesi, quarantotto dei quali hanno cardinali elettori.
Dando un’occhiata alla storia, i cardinali divennero elettori esclusivi del papa dal 1059 e dal XII secolo cominciarono ad essere nominati anche prelati che non risiedevano a Roma, imprimendo così una rappresentanza universale alla Chiesa.
Il collegio cardinalizio era in passato molto ristretto: una trentina i membri nei secoli XIII-XV, settanta il numero stabilito da papa Sisto V nel 1586.
Nel Concistoro segreto del 1958 Giovanni XXIII derogò al numero stabilito da Sisto V e qualche anno dopo, stabilì che tutti i cardinali fossero insigniti della dignità episcopale.
Importanti cambiamenti sopraggiunsero durante il pontificato di Paolo VI che, oltre a determinare il posto dei Patriarchi orientali, fissò con il Motu Proprio "Ingravescentem aetatem" del 1970 un limite di età. Al compimento degli ottanta anni, infatti, i cardinali cessano di essere membri dei dicasteri della curia romana e di tutti gli organismi permanenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, oltre a perdere il diritto di voto e quindi il diritto di entrare in conclave.
Lo stesso Paolo VI, nel 1973, portò a centoventi il numero dei cardinali elettori, soglia che è stata riconfermata anche da Giovanni Paolo II e mantenuta da Benedetto XVI.
Da qui l’annuncio di un conclave che, nelle previsioni, era atteso per il prossimo febbraio.
Numeri ed elenchi alla mano, il papa evidentemente vuole garantire un collegio cardinalizio a pieno regime, considerato che a contare sono appunto i cardinali elettori.
Attualmente, su un totale di 205 cardinali, gli elettori sono 116 destinati a decrescere con il prossimo raggiungimento della soglia degli ottanta anni per un paio di loro.
Scorrendo i numeri degli elettori, si comprende anche la scelta della provenienza dei nuovi porporati.
Ad oggi, infatti, l’Europa conta 63 cardinali, 13 l’America settentrionale, 20 l’America Latina, 11 l’Africa, 8 l’Asia e 1 l’Oceania.
Del collegio cardinalizio fanno ancora parte 125 dei 231 cardinali creati in nove concistori da Giovanni Paolo II (55 sono elettori), mentre sinora Benedetto XVI ha creato, in quattro concistori, 84 cardinali di cui 78 viventi e 61 elettori.
Quello del mese prossimo sarà il concistoro meno affollato degli ultimi due pontificati (Paolo VI nell’ultimo suo concistoro del 1977 impose solo quattro berrette, tra cui quella al cardinale Ratzinger) ma non per questo meno privo di significato, essendo un evidente adempimento al mantenimento della composizione numerica e un riconoscimento alla rappresentatività universale.
"Invito tutti a pregare per i nuovi eletti – ha concluso il papa dopo l’annuncio in udienza generale – chiedendo la materna intercessione della Beata Vergine Maria, perché sappiano sempre amare con coraggio e dedizione Cristo e la sua Chiesa".

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