Una settimana di lavori, di preghiera e di riflessione per giungere al conclave con una rosa di nomi sui quali confluiranno le preferenze e le aspettative del collegio cardinalizio. Un giudizio che dovrà essere piuttosto compatto per esprimere attorno a un candidato i due terzi dei voti, la maggioranza richiesta sino a una eventuale 34ª elezione, dopo di che si potrà procedere al ballottaggio tra i due candidati che abbiano raccolto il maggior numero di voti.
Il conclave è un momento molto solenne che si svolge seguendo un cerimoniale tanto antico quanto suggestivo: la processione dei cardinali elettori dalla Cappella Paolina alla Sistina, passando dalla sala Regia, intonando le litanie dei santi e il “Veni creator Spiritus” di invocazione allo Spirito Santo, il giuramento sull’Evangeliario una volta raggiunta la Sistina, l’extra omnes con la chiusura delle porte come segno dell’inizio della clausura che metterà gli elettori in ascolto dello Spirito Santo.
Non potremo assistere a quanto avverrà dopo e nei giorni a seguire, sino a quando il comignolo in rame non farà fuoriuscire il fumo bianco che, assieme al suono delle campane, annuncerà al mondo l’elezione del nuovo papa.
Quello dell’elezione del nuovo pontefice è un momento di grande solennità nella Chiesa, durante il quale si alterneranno i momenti di preghiera e di elezione, il tutto nella massima segretezza. Anche i più tecnologici cardinali dovranno deporre cellulari, tablet e computer, quello che avverrà nella Cappella Sistina non dovrà lasciare alcun segno, così come le schede delle votazioni che saranno bruciate in una delle due stufe posizionate a qualche passo dall’ingresso.
Intanto questa mattina, nella basilica vaticana, è stata celebrata la messa “pro eligendo romano pontifice”, presieduta dal cardinale decano Angelo Sodano e concelebrata sia dai 115 cardinali elettori sia dai porporati che non prenderanno parte alle’elezione.
Una messa che, per la prima volta nella storia, sarà seguita anche dal papa “uscente”. E proprio a Benedetto XVI è stato rivolto il pensiero del cardinale Sodano cui è seguito un lungo applauso. “Vogliamo offrirci con Cristo al Padre che sta nei cieli per ringraziarlo per l’amorosa assistenza che sempre riserva alla sua Santa Chiesa e in particolare per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere del 265° successore di Pietro, l’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine”.
Il collegio cardinalizio dovrà adesso scegliere il nuovo pastore che sappia guidare una Chiesa che “presiede alla carità”, svolgendo la “missione di misericordia affidata da Cristo ai pastori della sua Chiesa” e che “impegna ogni sacerdote e vescovo, ma impegna ancor più il vescovo di Roma, pastore della Chiesa universale”. Una missione di amore che “spinge i pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo – ha detto il cardinale Sodano – dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia”.
Un pontefice che sappia lavorare all’unità della Chiesa e alla diffusione della carità. “Nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e l’umanità intera – ha aggiunto il cardinale decano – gli ultimi pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promuovendo senza sosta la giustizia e la pace”.
Spetterà adesso ai cardinali elettori dare un volto al nuovo pastore della Chiesa e probabilmente ciò avverrà in tempi piuttosto brevi. Questo insegnano statisticamente gli ultimi conclavi: in un paio di giorni potremmo avere il nuovo pontefice, scelto forse tra i “papabili” come l’italiano Scola, l’americano Dolan, il brasiliano Scherer. Questo il ventaglio dei nomi sui quali potrebbe confluire la maggior parte dei consenti. Ma il sistema elettorale dei due terzi richiede grande compattezza ed ecco che, nel caso in cui la situazione si trovasse in una fase di stallo, potrebbero emergere altre soluzioni, dal cappuccino O’Malley il cardinale in saio, all’africano Turkson, al giovane filippino Tagle. Ma non solo, gli outsider di certo non mancano nel collegio cardinalizio.
Di certo il nuovo pontefice dovrà avere spalle larghe ed energia per ricondurre la Chiesa ad una reale unità ecclesiale, per continuare ad affrontare – così come fatto coraggiosamente da Benedetto XVI – i fattacci emersi negli ultimi tempi, dalla pedofilia di alcuni esponenti del clero a Vatileaks, spingendo la barca di Pietro in avanti, nelle acque della modernità dove appare evidente l’urgenza del messaggio evangelico.
CONCLAVE. EXTRA OMNES: PARLA LO SPIRITO SANTO
“Extra omnes” e il collegio cardinalizio, con i suoi 115 elettori, si troverà da oggi pomeriggio al cospetto del Giudizio universale di Michelangelo per esprimere il proprio voto sul successore di Pietro. I cardinali daranno avvio alle votazioni nella Cappella Sistina, dopo le dieci riunioni delle Congregazioni generali nel corso delle quali sono stati affrontati i principali temi inerenti il governo della Chiesa, attraverso un ampio confronto che ha permesso di mettere in luce le sfide future così come il profilo del prossimo pastore universale, mediante un confronto tra gli elettori provenienti da tutto il mondo.
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