Il nervosismo per la visita del Santo padre in Inghilterra si è manifestato nei modi più bizzarri ed inconsueti. Sono cose spiacevoli, ma che non ci dovrebbero stupire più di tanto visto che anche nel Vangelo è scritto chiaramente che quando noi cristiani veniamo osteggiati dal mondo dovremmo rallegrarci mentre è l’unanime consenso che ci dovrebbe far preoccupare per l’esaurimento del nostro ruolo di sale e lievito. Ma siamo umani, e quando notiamo il livore di altri esseri umani contro di noi, beh, un po’ di amarezza c’è.

Che il fisico Stephen Hawking, una sorta di icona dell’intelligenza scientifica del nostro tempo, l’immagine della ‘beautiful mind’ costretta su una sedia a rotelle da un ingiusto male, vaneggi di ‘prove dell’ inesistenza di Dio’ con argomentazioni di cui la scienza vera ha ormai dimostrato da decenni l’inconsistenza e che queste dichiarazioni occupino i giornali di tutto il mondo dispiace, e dispiace soprattutto per la confusione che possono ingenerare in alcune coscienze.

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Le argomentazioni di Hawking sul fatto che la scienza sia vicina ad una ‘teoria del tutto’ sono risibili non perché una ‘teoria del tutto’ (cioè la possibilità teorica di dedurre tutti i particolari fenomeni della natura da pochi principi primi, al limite da una formula matematica) non possa esistere, ma per il semplice fatto che questa teoria esiste già e sappiamo che non funziona. Più semplicemente, quando si prova a ‘ricostruire dai principi primi’ qualche fenomeno della natura, non si riesce ad andare oltre ad una molecola di idrogeno, e figuriamoci quando si tratta non dico della vita, ma una qualsiasi molecola organica anche relativamente semplice come un aminoacido. Questa impossibilità, legata al carattere emergente delle regolarità della natura, e quindi al loro carattere statistico e dipendente dalle interazioni tra gli elementi dei sistemi è nota da decenni (i lettori più curiosi sono invitati a leggere in proposito il meraviglioso articolo del Nobel per la fisica del 1998 Robert Laughlin ‘Theory of Everything’ apparso nel Gennaio 2000 sui Proceedings dell’ Accademia delle Scienze Statunitense disponibile gratuitamente in rete all’indirizzo: http://www.pnas.org/content/97/1/28.full).
Il vostro redattore scientifico vi assicura che per la comprensione è necessaria (quasi) solo la conoscenza della lingua inglese, e se questo non risultasse vero vi invita a scrivergli per eventuali delucidazioni.
Stephen Hawking, preso dal suo livore contro la religione (ed è consolante che il Santo Padre sia identificato con la fede, questa sì che è una bella notizia) continua con degli sfondoni assurdi come che Darwin avrebbe da parte sua anche lui dimostrato la non esistenza di Dio con la teoria dell’evoluzione: cosa talmente folle da non meritare alcuna ulteriore spiegazione se non il riferimento al Padre della Chiesa Basilio di Cesarea (S.Basilio Magno) che nel IV secolo già indicava il pensiero evoluzionistico come tipico del cristianesimo in opposizione al fissismo pagano. Poi in altra sede si può anche dire che i biologi più accorti si rendono conto che l’evoluzione Darwiniana, pur essendo un fatto dimostrato nell’ambito delle piccole variazioni delle popolazioni biologiche, spiega relativamente poco dell’organizzazione biologica nel suo insieme e deve necessariamente essere complementata da altri e più fondamentali meccanismi, ma questo non ha nulla a che vedere con la fede in un Dio creatore (e Hawking non è un biologo).
Ma quello che dispiace di più è ancora il riproporre questa contrapposizione fra Scienza e Fede che non esiste e non è mai esistita. Io sono invece convinto che il pensiero scientifico, quello onesto, per la sua libertà da ideologie e preconcetti, per la sua apertura al mistero sia, insieme con l’ Arte, il naturale alleato della Fede, un alleato molto più forte e coerente di altri tipi di cultura umana.
 
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