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Chi sono gli amministratori “aclisti”? Quanti anni hanno? Dove governano? Con quali liste sono stati eletti? Quale è il valore culturale del legame associativo con le Acli? A queste domande ha cercato di rispondere il IV Censimento dei rappresentanti politici e degli eletti provenienti dalle Acli, promosso dal Dipartimento Istituzioni delle Acli nazionali

Chi sono gli amministratori “aclisti”? Quanti anni hanno? Dove governano? Con quali liste sono stati eletti? Quale è il valore culturale del legame associativo con le Acli?

A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere il IV Censimento dei rappresentanti politici e degli eletti provenienti dalle Acli, promosso e coordinato dal Dipartimento Istituzioni delle Acli nazionali. L’analisi dei dati – raccolti con la collaborazione di Camilla Bellezza –  è stata realizzata da Gianfranco Zucca, ricercatore dell’Iref (l’Istituto di Ricerche Educative e Formative promosso dalle Acli)

L’identikit, che emerge dalla ricerca ci mostra come gli amministratori “aclisti” siano per lo più uomini (78,7% a fronte di un 21,3% di donne), con un’età compresa tra i 40 e 59 anni (il 51,8% degli intervistati) e con un titolo di studio terziario (il 42,9%).

Sono stati eletti prevalentemente in comuni del Nord-Italia (il 74,1%) e nelle liste civiche (il 61,6%) o con il PD (il 25%). Il 74,3% è stato eletto in un partito/coalizione o lista civica di Centro-Sinistra.

Il 34,3% è al primo incarico amministrativo e il 38,8% ha incarichi all’interno del partito politico. Questi amministratori governano 582.542 cittadini (1,7% della popolazione maggiore di 8 anni) e nei loro comuni ci sono 8.555 tesserati Acli (1,5% della popolazione).

Il 91,8% di loro è iscritto alle Acli mentre il 18,2% ha avuto cariche in società o imprese sociali del sistema Acli.

Il 91,4% afferma che per svolgere al meglio la funzione amministrativa, avrebbe bisogno di formarsi. In questa prospettiva, tra i temi promossi dalle ACLI, quelli che hanno riscosso un maggior consenso sono: il lavoro (52%), la partecipazione e la promozione della persona (50%); il welfare (43%); la formazione/istruzione (37%); l’immigrazione (29,2%) la famiglia (24,7%)

In sintesi, i rappresentanti politici e gli eletti provenienti dalle Acli sono radicati nell’’Italia “municipale” del Nord, appartengono a due generazioni di “aclisti” e mantengono un legame forte con l’associazione (soprattutto su temi specifici) come mostra anche il dato del tesseramento (il 91% aderisce alle Acli).

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