Le analisi del voto alle elezioni politiche 2018 realizzate dal Cise e dell’Istituto Carlo Cattaneo hanno evidenziato due aspetti. Il primo riguarda la sostanziale tenuta dell’affluenza: nonostante la partecipazione al voto fosse una delle principali variabili di questa tornata elettorale, la flessione è stata di soli due punti percentuali rispetto alle Politiche del 2013, rallentando un trend sempre in discesa dal 2006. Il secondo è relativo al completo ridisegno della geografia elettorale italiana

Le analisi del voto alle elezioni politiche 2018 realizzate dal Cise e dell’Istituto Carlo Cattaneo hanno evidenziato due aspetti. Il primo riguarda la sostanziale tenuta dell’affluenza: nonostante la partecipazione al voto fosse una delle principali variabili di questa tornata elettorale, la flessione è stata di soli due punti percentuali rispetto alle Politiche del 2013, rallentando un trend sempre in discesa dal 2006. Non mancano differenze territoriali: le regioni del Centro –Nord si confermano come le zone geografiche con la partecipazione più alta, anche se rispetto a cinque anni fa sono state soprattutto quelle del Meridione ad aver tenuto.

Secondo, è completamente ridisegnata la geografia elettorale. Il PD, in valore assoluto, ha perso 2.613.891 consensi e, rispetto al 2013, alla Camera ha ottenuto 6,7 punti percentuali in meno, rimanendo il primo partito solo in Toscana. Per il centro-sinistra è il peggior risultato di sempre e la sinistra italiana, dopo la Francia, è oggi la seconda più debole dell’Europa occidentale. Viceversa, il Movimento 5 stelle ha visto aumentare i propri voti di oltre 1,5 milioni, con una crescita di 7,1 punti percentuali (dal 25,5% al 32,6%). La maggior parte dei consensi arriva dalle regioni meridionali, dove in molti casi hanno superato il 40% del totale.

Il centro-destra ha incrementato i consensi di quasi 1,9 milioni (+7,8 punti percentuali, passando 29,6% al 37,2%), con un ribaltamento dei rapporti di forza all’interno della coalizione. L’incremento è dovuto, infatti, alla crescita della Lega che ha visto triplicare i propri voti rispetto al 2013, mentre i consensi a Forza Italia sono passati da 7,3 milioni a 4,5 milioni (17,5% vs. 14,1%).

Dietro i due grandi vincitori di queste elezioni, Lega e M5s, ci sarebbero due inquietudini che pervadono il Paese, una di natura economica e l’altra culturale/identitaria. Laddove è più alto il tasso di disoccupazione, il M5s è cresciuto in modo esponenziale; nelle province dove è cresciuta la presenza di cittadini stranieri sono aumentati gli elettori della Lega. Si tratta di un dato in linea con quanto è avvenuto negli altri paesi europei, dove precarietà economiche e paure identitarie, negli ultimi anni, hanno favorito il successo di partiti anti-establishment. In Italia, tuttavia, l’impatto è stato più forte.

Questo articolo è stato pubblicato, sul sito delle Acli nazionali, il 7 marzo

Tags:
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

FACEBOOK

© 2008 - 2024 | Bene Comune - Logo | Powered by MEDIAERA

Log in with your credentials

Forgot your details?