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L’accordo ponte di Bali sul clima è un successo soltanto parziale che segna comunque una tappa importante nella crescita di consapevolezza sul tema del riscaldamento globale.

Grazie anche alla disponibilità dei paesi in via di sviluppo disposti a muoversi nella direzione giusta e opportunamente incentivati in tal senso dalla creazione di una serie di fondi globali che premieranno iniziative di tutela dell’ambiente. Pensare che i paesi in via di sviluppo (e soprattutto quelli emergenti) non si preoccupino dell’ambiente è una sciocchezza. Per fare solo un esempio la nuova classe media cinese che vive in città iperinquinate non vuole morire di tumore e alcune rivolte delle province per problemi legati all’inquinamento urbano hanno fatto capire al premier Hu Jintao che la tutela dell’ambiente è fondamentale per assicurare la coesione sociale. Per fortuna il problema ambientale è un problema cinese prima che un problema europeo o americano.

E con un’amministrazione americana diversa nel prossimo futuro le cose potrebbero cambiare in meglio consentendo il superamento dello stallo di questi ultimi anni. Vedendo i comportamenti successivi dei due candidati non esistono forse altri ambiti della storia mondiale dove quei pochi voti che hanno consentito a Bush di superare Gore alle elezioni di qualche hanno fa sono stati tanto decisivi per le sorti del mondo e in particolare per la storia dell’impegno contro il cambiamento globale.

Il timore fondamentale di coloro che, come l’amministrazione americana attuale, si oppongono agli accordi per il taglio sulle emissioni è quello del conflitto tra obiettivo dello sviluppo economico e della sostenibilità ambientale. Si tratta di un timore per molti versi infondato.

Al contrario un impegno sempre maggiore per la soluzione del problema può rappresentare una sorta di nuova frontiera keynesiana per una delle più formidabili ristrutturazioni industriali degli ultimi decenni. La sfida della sostenibilità ambientale ha già scatenato una corsa all’innovazione tecnologica rendendo l’ambiente e l’energia il settore principale di innovazione della Silicon Valley. Si pensi a quanto valore economico potrà essere creato a seguito della necessità di modificare processi produttivi, le caratteristiche delle abitazioni, il parco automobili, ecc.

Il concetto dell’assoluta compatibilità, anzi alleanza tra sviluppo e sostenibilità ambientale, si è fatto strada in maniera decisiva dal rapporto Stern in poi quando si è sottolineato che, a fronte dei benefici derivanti dall’accogliere questa sfida di trasformazione, l’immobilità costerebbe nel corso dei prossimi anni perdite assai cospicue corrispondenti ad una quota rilevante del PIL mondiale.

Come al solito la vitalità e l’energia che produce nuove soluzioni parte dal basso, ovvero dal mondo delle imprese e dalle stesse amministrazioni locali e regionali. Negli Stati Uniti il tappo dell’amministrazione federale è stato di fatto aggirato dalle iniziative di città come New York e Chicago e di stati come la California, all’avanguardia nella ricerca di nuove soluzioni per affrontare l’emergenza ambientale.

La microeconomia è già oggi un laboratorio di queste nuove soluzioni che gli addetti ai lavori già conoscono bene. Un solo esempio. Le “energy saving companies” che si offrono per ristrutturare immobili pubblici e privati aumentando la loro efficienza energetica ed abbassando il costo della bolletta. I clienti non tirano fuori una lira ma continuano per alcuni anni (payoff period) a pagare la bolletta precedente e il profitto di queste società che le remunera per il rischio imprenditorialie consiste nella differenza tra il costo della bolletta passata e di quella corrente. Dopodiché i clienti possono godere del risparmio energetico realizzato per gli anni a venire. Quello delle “energy saving companies” (assieme a tanti altri come i progetti pilota “zeri.org” delle Nazioni Unite) è un esempio concreto di conciliazione tra creazione di valore economico e aumento della sostenibilità ambientale.

La sfida futura può essere vinta se il vento continuerà a soffiare nella direzione giusta con una regolamentazione coraggiosa, nuove idee imprenditoriali e un flusso di innovazioni non ancora realizzate ma sicuramente ipotizzabili per il prossimo futuro.

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