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Estremismo islamico, estremismo di destra e di sinistra, ma anche sport estremo. All’aggettivo estremo vengono accostati fenomeni ed ambiti molto diversi tra loro. Oggi, come ieri, è necessario fare chiarezza sui termini che usiamo, provare a realizzare un’operazione culturale che cerchi di comprendere come nasce e si forma un pensiero estremo. Crediamo, in questo senso, utile far riferimento ad alcune […]

Estremismo islamico, estremismo di destra e di sinistra, ma anche sport estremo. All’aggettivo estremo vengono accostati fenomeni ed ambiti molto diversi tra loro.

Oggi, come ieri, è necessario fare chiarezza sui termini che usiamo, provare a realizzare un’operazione culturale che cerchi di comprendere come nasce e si forma un pensiero estremo.

Crediamo, in questo senso, utile far riferimento ad alcune idee del sociologo Gerald Bronner, autore di un’interessante libro – che abbiamo recensito sul nostro sito – dal titolo: “Il pensiero estremo. Come si diventa fanatici” (Il Mulino, Bologna 2012).

Per la maggior parte del tempo – osserva Bronner – il cittadino comune, inserito in un contesto sociale normale, stabilisce rapporti incondizionati soltanto con valori che, anche se estremizzati, non possono in alcun modo nuocere agli altri. E’ proprio questo aspetto che fa di lui un cittadino ‘normale’ e lo distingue da un fanatico”. In quanto esseri umani la nostra conoscenza ha dei limiti oggettivi, che ci espone ad affidarci a delle credenze per poter stare al mondo. Secondo il sociologo francese molte di queste credenze sono innocue alla convivenza e quindi non sono pericolose. Altre invece, se portate all’estremo, diventano particolarmente dannose e letali, e sono quelle che ci fanno indignare di fronte a quelle che riteniamo giustamente le disumanità degli estremisti, ma che per loro sono perfettamente logiche. Infatti, secondo Bronner, è necessario realizzare un percorso anche culturale per comprendere come questi individui siano giunti a questi comportamenti estremi.

Di fronte ad alcune forme di pensiero estremo – sostiene ancora il sociologo – proviamo una sorta di stupore contraddittorio: una collera che nasce dall’incomprensione. Questo sentimento costituisce già di per sé un enigma, che chiama in causa la nozione di pensiero estremo. Mi spingerei ad affermare che le differenti manifestazioni del pensiero estremo rappresentano uno dei principali enigmi dell’epoca contemporanea”.

Da queste premesse, da questa prospettiva di analisi la nostra redazione si è convita dell’utilità di realizzare un focus sul tema del pensiero estremo per rispondere – a partire da diverse prospettive di analisi – ad alcune domande di fondo: come nasce il pensiero estremo? In quali ambiti si manifesta? In che modo idee filosofiche, religiose e politiche portano a scelte ed azioni estreme? Come e perché si diventa estremisti? E’ possibile incanalare il pensiero estremo ed evitare che assuma derive terroristiche?

Iniziamo con il nostro direttore, Leonardo Becchetti (economista), che ci mostra “come il pensiero estremo in economia è facilmente identificabile in tre proposizioni riduzioniste che riguardano la persona, l’impresa ed il valore”. Questi tre riduzionismi hanno influenzato per molto tempo comportamenti e pensieri diffusi in ambito economico ma col passare del tempo, i loro limiti sono apparsi sempre più evidenti: la sua dittatura sembra ormai superata nei fatti.

Proseguiamo con Stefano Biancu (filosofo) osserva come l’islamismo fanatico, minoritario e nemico dichiarato dell’Occidente, rappresenti forse il prototipo del pensiero estremo. “Tuttavia non si tratta dell’unica forma possibile di pensiero estremo. Concludere che il pensiero estremo costituisca una possibilità estranea all’Occidente cristiano, costituirebbe anzi a sua volta un esempio di pensiero estremo”.

Gianfranco Zucca (Iref) sottolinea come “il pensiero estremo e la violenza che ne consegue necessitano di essere affrontati, depotenziandone la componente ideologica, non solo per via argomentativa, ma anche mettendo alla prova dell’esperienza le convinzioni degli estremisti. Si tratta di una posizione che non ha nulla a che fare con principi libertari, ma basata su constatazioni di ordine pragmatico”.

Tiberio Graziani (politologo), il cui contributo verrà pubblicato nei prossimi giorni, ricostruisce le radici storiche delle forme politiche che il pensiero estremo ha assunto nel contesto attuale.

Proponiamo inoltre due interessanti interviste, realizzate da Fabio Cucculelli, quella a Mario Capanna (leader del movimento studentesco del ’68) e quella a Manlio Milani (Presidente dell’Associazione dei caduti di Piazza della Loggia).

Infine, come sempre, offriamo una selezione di articoli presenti in rete che affrontano il tema del pensiero estremo offrendo ulteriori chiavi di lettura.

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